Compost: dalla spazzatura alla Natura

PERCHÉ COMPOSTARE I RIFIUTI ORGANICI ?

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I rifiuti organici costituiscono oltre il 30% dei rifiuti prodotti. Differenziandoli o, ancor meglio, compostandoli in casa possiamo ridurre di 1/3 il volume dei rifiuti prodotti, ridurre di 1/3 i viaggi degli addetti alla raccolta, ridurre di 1/3 il consumo di energia e quindi diminuire di 1/3 inquinamento e costi.

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Miliardi di anni di evoluzione hanno fatto sì che gli ecosistemi terrestri siano ricchi di organismi e processi capaci di trasformare la materia organica in sostanze ed elementi utili alla vita.
Riportare correttamente alla terra i residui biologici non fa altro che imitare ciò che naturalmente accade negli ecosistemi e che mantiene e arricchisce i suoli naturali e le terre coltivate.

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In natura, alla fine di un ciclo di crescita di una pianta, ritornano al terreno i resti morti della pianta stessa, oppure i corpi o gli escrementi degli animali che se ne sono nutriti.
Nella moderna agroindustria, tutti i residui di coltivazione vengono eliminati dal suolo e il terreno viene fertilizzato con sostanze minerali senza usare materia organica decomposta. I fertilizzanti chimici non ricostituiscono la struttura del terreno impoverito, limitandosi a fornire alcuni elementi per la crescita delle piante; allo stesso tempo possono essere facilmente dilavati dalle piogge, inquinando fiumi, laghi e mare.
Il mancato uso di compost rende il suolo biologicamente sterile e porta a una progressiva desertificazione dei terreni.

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Il compost funge da ammendante del terreno. Migliora cioè la capacità di trattenere l’acqua in suoli sabbiosi e ghiaiosi e rende invece più morbidi e drenanti i suoli compatti ed argillosi.

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Il compost combatte malattie e parassiti delle piante, mantenendo più sane le coltivazioni con un uso ridotto di fitofarmaci. La soppressione delle malattie è dovuta alla presenza nel compost di batteri e funghi che colonizzano in simbiosi la superficie delle radici, formando una relazione con la pianta che diventa un ostacolo per la colonizzazione degli agenti patogeni.

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Un terreno ricco di compost, vitale e con piante sane, contribuisce alla qualità della vita di ognuno: proteggendo i suoli dall’erosione e dal dissesto, tutelando le falde idriche e contribuendo al miglioramento della qualità dell’aria (fornendo ossigeno e sequestrando anidride carbonica).

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Una volta avviati allo smaltimento (sia esso discarica, incenerimento o pressatura) assieme a plastiche e metalli, anche i più innocui rifiuti organici vengono miscelati a sostanze tossiche e non sono più rilasciabili in natura. Non differenziare i rifiuti organici non solo crea problemi ambientali (inquinamento delle acque, produzione di gas nocivi) ma impedisce la restituzione alla terra di ciò che le è stato sottratto. In altre parole non compostando i residui organici trasformiamo una risorsa in un problema.

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Compostare i rifiuti organici è infine particolarmente conveniente per chi possiede un terreno o anche solo un balcone fiorito: l’autoproduzione di terriccio fertile di buona qualità è infatti un notevole  risparmio sulle spese di acquisto e trasporto.

Cosa possiamo compostare?

In generale ogni residuo vegetale o animale che produciamo. Posizionato il composter in un posto riparato dal vento e al riparo dal sole diretto estivo (ottimo quello invernale) bastano poche accortezze:

  • Non compostare un’unica grande massa omogenea: formerebbe un ambiente troppo uniforme per consentire di operare ai diversi piccoli organismi (lombrichi, onischi, insetti, funghi, batteri, ecc.) che concorrono alla decomposizione. In modo particolare vanno separate e sminuzzate grandi masse di:
    • foglie sempreverdi e resinose (alloro, pino, magnolia, ecc.),
    • lettierevegetali per animali,
    • bucce di agrumi e banane (spesso trattate con conservanti);
  • Alternare e miscelare in modo equo, scarti di cucina e sfalci vegetali freschi (ricchi di umidità e azoto) con resti vegetali secchi e legnosi (ricchi di carbonio e ossigeno). Carbonio e azoto in un ambiente umido e ossigenato sono necessari per un buon compostaggio.
  • L’interno del composter non dev’essere raggiungibile da animali più grandi di un lombrico. Il contenitore deve quindi essere stabile, con pareti solide e il fondo drenante protetto da una rete metallica anti-topo; una volta chiuso, le uniche aperture debbono essere piccoli fori di aerazione.
  • la quantità di residui animali (carne, pesce, formaggi) deve rimanere sotto il 20% del totale. Le ossa di uccelli e mammiferi e i gusci dei molluschi non vanno compostati (se non prima finemente triturati). Nessun problema invece per gusci d’uovo, penne, peli e capelli.
  • possono essere compostati anche altri materiali vegetali biodegradabili:
    • carta e cartone non patinati o con inchiostri tossici, ideali fazzoletti, cartocci e tovaglioli in cellulosa per alimenti,
    • segatura, trucioli e cenere da legno non trattato o verniciato,
    • sacchetti di plastica compostabile con la scritta “compostabile” o “ok compost” (attenzione: “biodegradabile” non sempre è “compostabile”).

 

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Museo Accessibile

Un progetto che si articola in due percorsi divulgativi semplificati, utili a favorire la visita

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